Come in tutti gli sport in cui l’impegno muscolare è importante, anche nell’apnea può verificarsi la comparsa di quelle dolorose e persistenti contrazioni involontarie dei muscoli chiamate “crampi”. Le cause dell’insorgenza di questo problema nel subacqueo sono nella maggior parte dei casi lo scarso allenamento, o comunque un impegno richiesto nettamente superiore al grado di preparazione fisica raggiunto; più raramente ma non di rado l’eccessiva perdita di sali minerali (potassio in particolare) e l’uso di attrezzature poco adeguate.
La prima cosa veramente utile da fare è quella di cercare di mantenere un buon autocontrollo e raggiungere la superficie, anche liberandosi della cintura Una volta a galla dovremo cercare di decontrarre la parte dolorante, che nel subacqueo sono di solito i polpacci o l’arco plantare, molto più raramente i muscoli femorali. Per ottenere il risultato potrà essere di grande aiuto fare un pò di stretching improvvisato distendendo le gambe e afferrando la punta delle nostre pinne e tirandola verso di noi fino a sentire un po’ di sollievo. Anche massaggiare con delicatezza la parte può aiutare la decontrazione e farci superare l’inconveniente.
A prescindere dalla situazione in cui ci troviamo, è fondamentale sapere che i crampi sono un segnale di sofferenza del fisico e che impone, se non proprio di sospendere l’attività, quantomeno di ridurre drasticamente l’intensità dello sforzo fisico e quindi le quote di esercizio. Una volta a casa basterà qualche ora per recuperare completamente da quello che è comunque un vero e proprio shock (reversibile) per le fibre muscolari, ma sarà anche opportuno rivedere qualcosa in merito alle nostre abitudini durante l’apnea.