Apnea statica, come si svolge
La specialità dell’apnea statica è considerata la forma più pura di apnea subacquea; si svolge in acqua, ed è per definizione caratterizzata dalla totale assenza di ventilazione polmonare durante la performance.
Attraverso gli allenamenti, chi pratica questo sport mira dunque al raggiungimento del massimo tempo di assenza respiratoria.
Nello specifico, nell’apnea statica l’atleta non si trova ad affrontare immersioni, bensì si limita a galleggiare sulla superficie dell’acqua a faccia in giù.
Si tratta di una disciplina indoor e necessita di una importante preparazione, in quanto richiede di padroneggiare tecniche di respirazione e di rilassamento muscolare e mentale.
Per evitare incidenti, è quindi necessario praticare sempre l’apnea statica in condizioni psicofisiche ottimali e in presenza di un compagno altrettanto preparato.
La ventilazione costituisce la fase più importante nella preparazione della performance.
Una scorretta ventilazione, può, al contrario, provocare il fenomeno conosciuto come iperventilazione.
Se l’apneista forza la prestazione, la carenza di ossigeno può rivelarsi molto pericolosa. I principali rischi sono uno stato prensicopale (o Samba) e una sincope respiratoria (o, in gergo, Black-out) caratterizzata da condizione di totale incoscienza, associato ad irrigidimento muscolare
Se tempestivamente trattato, rappresenta quindi una condizione facilmente reversibile. Il rischio è tuttavia quello di morte per annegamento, conseguente allo stato di incoscienza.